La maggior parte delle persone nasce con tutti e 5 i sensi ben sviluppati, certe altre invece nascono o diventano ipovedenti a causa di gravi lesioni o malattie agli occhi.
La parola “ipovedenti” definisce tutti coloro che presentano una ridotta acuità visiva e spaziale, associata generalmente ad una limitazione del campo visivo; tale termine ha delle gradazioni a seconda della gravità del deficit visivo.
Ci saremmo chiesti tante volte come fanno i non vedenti a leggere, a scuola quando devono studiare, ma anche nella vita di tutti i giorni. Se fossimo un pochino più attenti, avremmo notato che nei musei, sulle carta d’identità, sulle scatolette dei farmaci, solo per fare qualche esempio, ci sono dei puntini in rilievo: proprio loro costituiscono quello si chiama il metodo “Braille”.
Il Braille è un sistema di lettura e scrittura tattile a rilievo per non vedenti e ipovedenti messo a punto dal francese Louis Braille nella prima metà del XIX secolo. Grazie al suo ingegno e al suo lavoro, da allora in poi ci sono anche libri per non vedenti.
Oggi anche le moderne tecnologie vengono in aiuto provvedendo ad apparecchi audio e di sintesi vocale, esistono addirittura stampanti in grado di produrre fogli in Braille.
Una piccola riflessione
“Io quando ero piccolo non sapevo nulla dei non vedenti e credevo che non sapessero fare niente e che riuscissero ad uscire solo se accompagnati dai cani guida o da altre persone (parenti o badanti). Crescendo, invece, mi sono accorto che è tutto il contrario, che molti non vedenti sono indipendenti e che, solo con il tatto, riescono a capire moltissime cose del mondo che li circonda. Credo proprio che se la maggior parte dei vedenti mettesse le mani su quei puntini non capirebbe un accidente!
Sono affascinato da questa abilità e penso che sia bello, perché oltre ad aver sviluppato una diversa tecnica di lettura, queste persone utilizzano e allenano la memoria tattile che è una risorsa preziosa che noi vedenti nell’arco della nostra vita utilizziamo solo raramente”.
Se avete esperienze da raccontare o considerazioni da fare, sono le benvenute.
Giulio, classe 2A